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04 September 2024

Tra Stato e Mercato, una visione laica per allontanare (deleterie) scorciatoie

Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno Napoli e Campania

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Recensione del libro di Claudio De Vincenti “Per un governo che ami il mercato. Una certa idea di intervento pubblico”

Il tema il più classico in economia è senz’altro quello del rapporto tra Stato e Mercato e dello spazio appropriato per l’intervento pubblico nell’economia. E proprio per questo per la sua trattazione è necessaria una maturità scientifica ed anche di policy che pochissimi riescono a raggiungere senza scadere nell’ovvietà, oppure nelle corbellerie. Il 24 agosto è uscita una riflessione importante su questo tema di un economista che ha lasciato una impronta rilevante nelle politiche del nostro paese, Claudio De Vincenti. Il libro (‘Per un Governo che ami il Mercato’) può essere letto in varie maniere e su molti piani. È certamente un saggio di Economia, ma lo scopo è quello di andare molto oltre i confini della disciplina. In controluce si intravede un intento pedagogico, laico e scevro da paternalismo, ma certamente l’intento di uno studioso convinto della necessità di informare e far comprendere concetti che semplici non sono a più gente possibile, per costruire una opinione pubblica matura e consapevole, la base per la sopravvivenza delle democrazie. Proprio per questo, il volume è organizzato in una maniera tale da consentire una doppia lettura, sintetica e intuitiva, ovvero approfondita e più complessa per chi abbia delle basi di economia. 

De Vincenti, che nel corso della carriera accademica ha scritto di macroeconomia e di economia industriale, ha un’ampiezza di competenze che non molti raggiungono. Inoltre, ha accumulato una esperienza unica di amministrazione e di elaborazione di politiche economiche, essendo stato uno degli ispiratori (come Consigliere Economico dei Presidenti del Consiglio e Ministri del Tesoro) della grande stagione di riforme nei governi di centro sinistra della fine millennio, e in vari ruoli di governo ininterrottamente dal 2012 al 2018. In effetti è anche questo a conferire uno spessore particolare alla sua riflessione. 

De Vincenti ricostruisce l’elaborazione intellettuale della scienza economica dell’ultimo secolo, una evoluzione del pensiero teorico e delle verifiche storico-empiriche che dimostrano la vivacità della disciplina e la sua assoluta rilevanza per capire il mondo che ci circonda. Questa ricostruzione viene presentata in forma dialettica, di tesi, antitesi e sintesi, forse in omaggio alla tradizione di pensiero marxista. La tesi delle interpretazioni più ideologiche della teoria della mano invisibile, l’antitesi della superiorità della economia pianificata e dell’abolizione del mercato, la sintesi della ricerca faticosa e consapevole del giusto ruolo per lo Stato in una economia di Mercato. In controluce anche in questo caso vediamo svolgersi non solo una evoluzione e una battaglia delle idee che si è dispiegata lungo tutto il XX secolo, ma anche idealmente lo svolgersi della storia e delle vicende, successi ed insuccessi, di politica economica. Poggiando principalmente sulle basi della teoria economica di stampo neokeynesiano, De Vincenti costruisce un quadro logico giustificativo dell’intervento dello Stato basato su fallimenti del mercato, stabilizzazione macroeconomica, fornitura di ‘fiducia’ al mercato all’interno di un quadro di regole stabili e prevedibili. Una visione certamente articolata della presenza dello Stato, ma di stampo sostanzialmente liberale. In questo si sostanzia la sua visione ‘laica’ della mano visibile (quella dello Stato), una visione realista e conscia delle imperfezioni anche dell’agire pubblico, e proprio per questo meno arrogante. Il concetto di visione ‘laica’ dell’intervento statale è forse quello più innovativo e interessante e l’autore rende chiara la sua portata con esempi pratici, come ci si può aspettare da un economista che ha contribuito a modellare importanti decisioni. 

In sostanza De Vincenti propone una visione pragmatica dell’intervento pubblico, pur basata su saldi principii teorici. Senza fede cieca nei meccanismi e nei risultati dell’interazione di mercato, ma conscia anche dei limiti dell’intervento pubblico. Una visione laica e liberale, basata sulla conoscenza, contro un mondo che è alla spasmodica ricerca di deleterie scorciatoie.

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