I risultati delle recenti elezioni europee sono un ulteriore segnale della fase travagliata che le democrazie avanzate stanno traversando: ne sono testimonianza l’allontanamento di quote sempre più ampie di cittadini dall’esercizio del diritto di voto e l’affermazione, specie in Francia e Germania, di forze che mettono in discussione i valori di tolleranza e solidarietà che sono parte costitutiva della vita democratica.
Una cosa è ormai evidente: non si può e non si deve tornare al passato, a quel regionalismo anarchico al quale le politiche di coesione furono affidate fino a tutto il primo decennio degli anni Duemila.
Il Decreto Sud ha suscitato apprezzamenti e critiche di segno opposto: numerosi apprezzamenti per il varo di una Zona Economica Speciale (ZES) unica per tutto il Mezzogiorno, considerata passaggio risolutivo, e altrettanto numerose critiche per la struttura di governance dei fondi di coesione, giudicata troppo centralistica.