I risultati delle recenti elezioni europee sono un ulteriore segnale della fase travagliata che le democrazie avanzate stanno traversando: ne sono testimonianza l’allontanamento di quote sempre più ampie di cittadini dall’esercizio del diritto di voto e l’affermazione, specie in Francia e Germania, di forze che mettono in discussione i valori di tolleranza e solidarietà che sono parte costitutiva della vita democratica.
Interventi
Il governo ora passi alla attuazione
Una cosa è ormai evidente: non si può e non si deve tornare al passato, a quel regionalismo anarchico al quale le politiche di coesione furono affidate fino a tutto il primo decennio degli anni Duemila.
Decreto Sud, la direzione è quella giusta
Il Decreto Sud ha suscitato apprezzamenti e critiche di segno opposto: numerosi apprezzamenti per il varo di una Zona Economica Speciale (ZES) unica per tutto il Mezzogiorno, considerata passaggio risolutivo, e altrettanto numerose critiche per la struttura di governance dei fondi di coesione, giudicata troppo centralistica.
Le tre regole stupide da cancellare nel Patto di stabilità
Dal negoziato sulla sua nuova governance economica dipenderà la capacità dell’Unione europea di fronteggiare le sfide globali che le stanno di fronte e di consolidare i passi avanti fatti con Next Generation EU nel sostegno a politiche di sviluppo comuni. Come sottolineato qui da Buti e Messori, è essenziale che l’Italia sappia cogliere l’occasione fornita
La proposta di riforma del Patto di stabilità conviene soprattutto all’Italia
La proposta della Commissione Europea di riforma del Patto di Stabilità e Crescita sta suscitando un dibattito acceso, tra apprezzamenti e critiche. Sorprende che queste ultime siano più frequenti in Italia, che da questa riforma potrebbe trarre diversi vantaggi, e che trovi accoglienza più favorevole in altri Paesi europei, come emerge anche dal comunicato
Il voto al Sud – Un disorientamento che chiede risposte
Disincanto e riflesso autodifensivo: i risultati delle recenti elezioni politiche al Sud segnalano un malessere profondo della società meridionale, su cui è doveroso riflettere senza ricette preconfezionate. E’ quanto stanno facendo – a partire dalla lucida analisi con cui Enzo D’Errico ha aperto il dibattito all’indomani del responso delle urne – diversi interventi ospitati in
Transizione verde, sicurezza energetica e ruolo del Sud
Mezzogiorno snodo energetico chiave per l’Italia e per l’Europa: una questione strategica per la transizione verde, la sicurezza energetica, la crescita produttiva e occupazionale, il ruolo dell’Unione Europea nel Mediterraneo. E’ questo il tema al centro del Convegno organizzato a Napoli da Fondazione Merita e Fondazione Matching Energies (che gli autori di questo articolo rappresentano),
Patto per Napoli – De Vincenti: ora il Comune deve fare la sua parte
Emanuele Imperiali “L’impegno serio dello Stato centrale si fa carico di consentire a Napoli di non essere schiacciata dal debito contratto dal Comune negli anni passati”. Il giudizio di Claudio De Vincenti, ex ministro e animatore dell’associazione culturale meridionalista Merita, è molto netto. Professore, il Governo investirà in quest’operazione un miliardo e 231 milioni di
Il nostro Mediterraneo «Avamposto anti Cina» Ma l’Europa vede il Sud?
La vecchia questione meridionale va ricollocata in un quadro di cambiamento geopolitico sempre più evidente. «E vero che il nostro Nord ha bisogno di un Sud che metta in campo le sue energie migliori per crescere ma non credo di esagerare nel sostenere che è l’intera Europa oggi ad avere necessità di presidiare il Mediterraneo
Quando per non fare danni significativi si fanno guai maggiori
Claudio De Vincenti Il successo del Green Deal passa anche per un chiarimento del principio “non arrecare danno significativo”. Per una sorta di eterogenesi dei fini, l’interpretazione del principio adottata nei documenti europei fino all’autunno scorso rischia infatti di produrre effetti paradossali di freno alla transizione verde. Effetti ai quali ha cercato di porre rimedio,